Lettera informativa n. 7/14 del 13.01.2013 – NG 1/2-2014
NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n. 1-2014
1. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 25865 DEL 18 NOVEMBRE 2013
Esecuzione forzata – comproprietà di bene acquistato dal coniuge in regime di comunione
La comproprietà di un bene acquistato singolarmente dal coniuge in regime di comunione non è opponibile ai creditori se il pignoramento è precedente all’instaurazione del giudizio di accertamento del diritto dell’altro coniuge.
2. CASSAZIONE CIVILE, SS. UU., SENTENZA N. 25795 DEL 18 NOVEMBRE 2013
Avvocati – Diffusione di notizie dell’ex cliente
È sanzionabile l’avvocato che utilizza notizie relative all’ex cliente nel corso di un altro procedimento penale, anche se le informazioni sono state già diffuse dalla stampa. L’articolo 51 CDF pone un irrinunciabile presidio al rapporto che intercorre tra avvocato ed assistito, tale da impedire all’avvocato di divulgare informazioni che, a prescindere dal fatto che non siano sconosciute all’opinione pubblica, non possono essere rivelate da chi, per dovere professionale, non può comunque rivelarle.
3. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, SENTENZA N. 25933 DEL 19 NOVEMBRE 2013
Consulente tecnico d’ufficio – parere di altro professionista
Il consulente d’ufficio può avvalersi dell’opera di specialisti, senza che sia necessaria una preventiva autorizzazione del giudice, purché l’incarico non sia trasferito dal perito d’ufficio allo specialista, ma il consulente elabori la perizia con autonome considerazioni, sicché l’operato dello specialista non risulti sostitutivo di quello del consulente.
4. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 26060 DEL 20 NOVEMBRE 2013
Procura ad litem
La distinzione tra rapporto endoprocessuale nascente dalla procura ad litem e rapporto di patrocinio, in virtù del quale è possibile individuare come cliente obbligato al pagamento del compenso dell’avvocato un soggetto diverso da chi ha rilasciato la procura, non esclude la necessità di provare il conferimento dell’incarico da parte del terzo, dovendosi in mancanza presumere che il cliente è colui che ha rilasciato la procura.
5. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 26865 DEL 29 NOVEMBRE 2013
Lavoro parasubordinato – Avvocato
Sussiste la competenza del giudice del lavoro quando il rapporto che lega l’avvocato alla compagnia assicurativa è parasubordinato.- Tale è il rapporto che si instaura tra il professionista e la compagnia cliente quando le strategie processuali delle cause vengono concordate, verificandosi i requisiti della continuazione, della coordinazione e della personalità della prestazione di fronte alle direttive della preponente.
6. CASSAZIONE CIVILE, SS. UU., SENTENZA N. 26778 DEL 29 NOVEMBRE 2013
Dichiarazione di pubblica utilità – Termini dell’espropriazione e del completamento dell’opera
Il provvedimento amministrativo contenente la dichiarazione di pubblica utilità priva dei termini per il compimento dell’espropriazione e dell’opera «è radicalmente nullo ed inefficace», laddove la loro indicazione sia de relato, con riferimento ad un atto diverso e da quest’ultimo documento non risultano desumibili dette informazioni.
7. CASSAZIONE CIVILE, SS. UU., SENTENZA N. 26938 DEL 2 DICEMBRE 2013
Vizio di costituzione del giudice – nullità
La sentenza pronunciata da un giudice diverso da quello dinanzi al quale sono state precisate le conclusioni è affetta da nullità per vizio di costituzione del giudice, ai sensi dell’articolo 158 cpc, ed il vizio può essere fatto valere nei limiti e secondo le regole proprie dei mezzi di impugnazione ai sensi dell’art. 161, primo comma, cpc.
8. CASSAZIONE PENALE, SEZ. V, SENTENZA N. 48802 DEL 5 DICEMBRE 2013
Bancarotta preferenziale – pagamenti alle banche
Sussiste il reato di bancarotta preferenziale nel caso in cui l’amministratore effettui pagamenti in favore delle banche sacrificando i creditori privilegiati, essendo irrilevante il tentativo di continuare con l’attività imprenditoriale sanando il debito con gli istituti finanziari.
9. CASSAZIONE PENALE, SEZ. V, SENTENZA N. 49472 DEL 9 DICEMBRE 2013
Bancarotta patrimoniale – consulente dell’imprenditore
Concorre in qualità di “extraneus” nei reati di bancarotta patrimoniale e documentale il consulente contabile che, consapevole dei propositi distrattivi o di confusione contabile dell’imprenditore, fornisca consigli o suggerimenti sui mezzi giuridici idonei a sottrarre i beni ai creditori o lo assista nella conclusione dei relativi negozi ovvero svolga attività dirette a garantirgli l’impunità o a rafforzarne, con il proprio ausilio e con le proprie preventive assicurazioni, l’intento criminoso.- Risponde di concorso nel reato il consulente dell’imprenditore che abbia partecipato al progetto che ha portato ad affittare a terzi i beni dell’impresa poco prima della dichiarazione di fallimento.
10.CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 49787 DEL 10 DICEMBRE 2013
Bancarotta fraudolenta – operazione svantaggiosa
Qualora il fatto di bancarotta si riferisca a rapporti fra società appartenenti al medesimo gruppo, il saldo finale positivo delle operazioni compiute nella logica e nell’interesse del gruppo può consentire di ritenere legittima l’operazione temporaneamente svantaggiosa per la società sacrificata.
11. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 27639 DELL’11 DICEMBRE 2013
Avvocato – onorari
La notula depositata in giudizio dall’avvocato contiene una valutazione delle prestazioni professionali espletate, rimettendo alla decisione del giudice la concreta liquidazione.- Ne consegue che in difetto di accordi preventivi circa l’entità del compenso finale, la nota spese predisposta in giudizio riveste anche nel rapporto con il cliente un valore delimitativo del compenso, con la conseguenza che il professionista, ove non sia soddisfatto dalla liquidazione giudiziale, potrà esigere dal cliente il pagamento di quella parte del compenso non riconosciutagli dal giudice, nei limiti tracciati dalla parcella prodotta in giudizio.
12.CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, SENTENZA N. 27624 DELL’11 DICEMBRE 2013
Delibera assembleare – ripartizione delle spese
Devono essere revocati i decreti ingiuntivi ottenuti dal condominio in numero pari alle singole unità immobiliari tutte di proprietà dell’unico condomino laddove essi trovano origine nell’unica obbligazione scaturente dalla delibera adottata dall’assemblea per la ripartizione delle spese dovute ai lavori svolti nell’edificio, dovendo ritenersi contraria ai principi di correttezza e buona fede la condotta dell’ente di gestione che fraziona il credito per propria esclusiva utilità peggiorando la condizione del debitore, notificando al proprietario moroso cinque diversi decreti ingiuntivi, ciascuno emesso in relazione alla quota millesimale facente capo ad ogni singola unità immobiliare, ma in forza del riparto discendente dalla stessa delibera assembleare e per la stessa spesa.
NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n. 2-2014
1. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, SENTENZA N. 27750 DELL’11 DICEMBRE 2013
Liquidazione delle spese – soccombenza reciproca
Nessuna norma prevede, per il caso di soccombenza reciproca delle parti, un criterio di valutazione della prevalenza della soccombenza dell’una o dell’altra basato sul numero delle domande accolte o respinte per ciascuna di esse, dovendo essere valutato l’oggetto della lite nel suo complesso.- Viola il principio della soccombenza posto dagli artt. 91 e 92 c.p.c. la corte di merito che ha condannato l’appellato all’integrale pagamento delle spese del doppio grado del giudizio di merito argomentando dal rilievo che la domanda proposta è stata integralmente respinta, laddove invece la pronuncia di primo grado è stata riformata solo parzialmente con rigetto della domanda di risarcimento danni e conferma della pronuncia di risoluzione del contratto, dovendo dunque ritenersi che nelle ipotesi di accoglimento meramente parziale della domanda il giudice può infatti disporre la compensazione parziale o financo totale delle spese, ma non può, senza violare il principio della soccombenza, porle interamente a carico del pur parziale vincitore.-
2. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. TRIBUTARIA, SENTENZA N. 27675 DELL’11 DICEMBRE 2013
Fatturazione dei servizi – al momento del pagamento
Per le prestazioni di servizi la norma contenuta nell’articolo 6 del d.p.r. 633 del 1972 stabilisce, al comma tre, che “si considerano effettuate all’atto del pagamento del corrispettivo”. Ne discende che prima di tale momento, per le ragioni esposte, non sussiste obbligo di emettere la fattura e di pagare l’imposta.- La pretesa fiscale relativa ad una prestazione di servizi non può prescindere, in mancanza di fatturazione o autofatturazione spontanea, dall’accertamento da parte dell’Amministrazione che vi sia stato, in concreto, il pagamento di un corrispettivo, a fronte di una prestazione di servizi effettivamente resa dal soggetto Iva.
3. CASSAZIONE CIVILE, SS. UU., SENTENZA N. 27846 DEL 12 DICEMBRE 2013
Sospensione del processo – litispendenza – cause identiche in diversi gradi di giudizio
A norma dell’art. 39, primo comma, c.p.c., qualora la medesima causa venga introdotta davanti a giudici diversi, quello successivamente adito è tenuto a dichiarare la litispendenza, rispetto alla causa identica precedentemente iniziata, anche se questa, già decisa in primo grado, penda davanti al giudice dell’impugnazione.
4. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, SENTENZA N. 28167 DEL 17 DICEMBRE 2013
Restituzione di somme erogate in virtù di sentenza provvisoriamente esecutiva
Il diritto alla restituzione delle somme pagate in esecuzione di una sentenza provvisoriamente esecutiva, successivamente riformata in appello, sorge ai sensi dell’art. 336 c.p.c. per il solo fatto della riforma della sentenza.- La restituzione può essere richiesta immediatamente, anche con procedimento monitorio. Le domande di restituzione o di riduzione in pristino della parte che ha eseguito una prestazione in base ad una sentenza poi riformata possono essere proposte a prescindere dal successivo sviluppo del giudizio, stante la loro autonomia e la loro finalità, che è quella di garantire all’interessato al più presto la restaurazione della situazione patrimoniale anteriore alla decisione poi riformata in appello.
5. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA 28229 DEL 18 DICEMBRE 2013
Residenza familiare – assegnazione a uno dei coniugi comproprietari – non trascritta – opponibilità novennale al terzo acquirente – dies a quo
Ai sensi dell’art. 6, co. 6, della L. 1 dicembre 1970, n. 898 (nel testo sostituito dall’art. 11 della L. 6 marzo 1987, n. 74), applicabile anche in tema di separazione personale, il provvedimento di assegnazione della casa familiare al coniuge affidatario, avendo per definizione data certa, è opponibile, ancorché non trascritto, al terzo acquirente in data successiva per nove anni dalla data dell’assegnazione, ovvero – ma solo ove il titolo sia stato in precedenza trascritto – anche oltre i nove anni.
6. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, SENTENZA N. 28332 DEL 18 DICEMBRE 2013
Diritto al rimborso – ritardo – maggior danno
L’’amministrazione che tarda a rimborsare le imposte deve risarcire il contribuente di tutti i pregiudizi sofferti, inclusi gli interessi e il maggior danno ex art. 1224, secondo comma, del codice civile. La liquidazione può avvenire ad opera delle commissione tributarie.
7. CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, SENTENZA N. 107 DEL 7 GENNAIO 2014
Arbitrato – dichiarazione di esecutività – competenza
Sulla richiesta di esecutorietà del lodo arbitrale è competente il Tribunale del luogo dove ha sede l’arbitrato, al di là di quanto stabilito nella clausola compromissoria. Infatti, l’accordo delle parti non può prescindere dal giudice naturale e il difetto è rilevabile anche d’ufficio.
8. CASSAZIONE CIVILE, SS. UU., SENTENZA N. 61 DEL 7 GENNAIO 2014
Espropriazione forzata – caducazione del titolo esecutivo del creditore procedente – effetti in presenza di pignoramenti riuniti a interventi titolati
Nel processo di esecuzione forzata, al quale partecipino più creditori concorrenti, le vicende relative al titolo esecutivo del creditore procedente (sospensione, sopravvenuta inefficacia, caducazione, estinzione) non possono ostacolare la prosecuzione dell’esecuzione sull’impulso del creditore intervenuto il cui titolo abbia conservato la sua forza esecutiva. Tuttavia, occorre distinguere: a) se l’azione esecutiva si sia arrestata prima o dopo l’intervento, poiché nel primo caso, non esistendo un valido pignoramento al quale gli interventi possano ricollegarsi, il processo esecutivo è improseguibile; b) se il difetto del titolo posto a fondamento dell’azione esecutiva del creditore procedente sia originario o sopravvenuto, posto che solo il primo impedisce che l’azione esecutiva prosegua anche da parte degli interventori titolati, mentre il secondo consente l’estensione in loro favore di tutti gli atti compiuti finché il titolo del creditore procedente ha conservato validità.
A CURA DEL GRUPPO DI LAVORO INFORMATIVE GIURISPRUDENZIALI
(Avv.ti Acciavatti Mirco, Arcieri Mastromattei Antonella, Cannati Giuseppe, Cavallucci Matteo, Cocco Antonietta, De Lellis Bronislava, Di Carlo Giorgio, Di Cesare Giuseppe, Di Luzio Manuela, Di Michele Massimo, Francese Teresa, Giammaria Marco, La Gorga Luca, La Piscopia Vittorio, Massari Colavecchi Luigi Angelo, Mimola Gaetano, Palangio Marina, Panella Piersergio, Pera Anna Maria, Perazzelli Stefano, Pizzuti Gianluca, Renzetti Francesco, Ronzone Nicola, Rossi Giulia)