Lettera informativa n. 110/18 del 27.07.2018 – NG 15-18
NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n. 15 -2018
APRILE 2018 (II)
CASSAZIONE PENALE, SEZ. I, SENTENZA N. 16894 DEL 16 APRILE 2018
(Incolumità pubblica – Omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina – Proprietario esclusivo e locatore dell’immobile)
Compie il reato di omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina in caso di crollo di intonaci e soffitto il proprietario esclusivo e locatore dell’immobile che non interviene dopo le prime manifestazioni delle infiltrazioni d’acqua segnalate dal conduttore preferendo attendere le determinazioni dell’assemblea condominiale sui lavori alla copertura dell’edificio. Intervenire è un obbligo del singolo condomino quando il pericolo interessi soltanto la proprietà individuale o comunque si realizzi nel suo perimetro interno ed imponga un’immediata rimozione delle conseguenze del deterioramento edilizio con l’eliminazione di parti non strutturali o di rivestimento che minaccino distacco e precipitazione al suolo.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, SENTENZA N. 9349 DEL 16 APRILE 2018
(Contratto preliminare di compravendita – Domanda di esecuzione specifica dell’obbligo di contrarre – Trascrizione della domanda – Successiva dichiarazione di fallimento)
La trascrizione della domanda di esecuzione in forma specifica dell’obbligo di contrarre precedente al fallimento è opponibile alla procedura ed il curatore non può sciogliersi dal contratto.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. TRIBUTARIA, ORDINANZA N. 9464 DEL 18 APRILE 2018
(Decesso dell’imprenditore – Trasferimento dell’azienda agli eredi – Liquidazione beni aziendali)
A seguito del decesso dell’imprenditore individuale la gestione dell’azienda è soggetta alle regole della comunione ereditaria fino a quando non viene manifestata dagli eredi, in modo espresso o tacito, la volontà di proseguire l’attività imprenditoriale facente capo al de cuius, eventualmente nelle forme societarie. Fino a quando non si verifichi la cessazione della comunione ereditaria, peraltro, gli eredi devono rispettare il disposto dell’articolo 35 bis del dpr. n. 633/72, che, al comma 2, prevede l’applicazione della disciplina del decreto nel caso di operazioni effettuate ai fini della liquidazione dell’azienda degli eredi, con conseguente assoggettamento a Iva di tali operazioni.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 17770 DEL 19 APRILE 2018
(Ricerca della prova – File e dati – Ricettazione – Legittima difesa)
L’esercizio del diritto di difesa non può consentire il ricorso a prerogative riservate esclusivamente agli organi pubblici, quale l’accertamento delle prove degli illeciti penali commessi. Ciò porta a escludere l’applicazione della scriminante della legittima difesa nelle situazioni in cui (come nel caso concreto) lo scontro tra due antagonisti possa essere inserito in un quadro complessivo di sfida che ciascuna parte ha contribuito a determinare e che, pertanto, non può assumere il carattere della inevitabilità. Il cittadino può ricorrere alla legittima difesa solo quando si trovi nell’alternativa tra reagire o subire, potendo, ad esempio l’imputato difendere il proprio e l’altrui diritto, asseritamente in pericolo, proporre una denuncia. Tuttavia, lo stesso cittadino non può essere autorizzato, al fine di proporre denuncia, a commettere reati per valutare se il reato denunciato sussista o meno, atteso che l’attività di ricerca della prova è riservata esclusivamente allo Stato, attraverso l’Autorità giudiziaria e le indagini condotte dagli organi di polizia.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 9736 DEL 19 APRILE 2018
(Privatizzato – Licenziamento individuale – Giusta causa)
La nozione di insubordinazione, nell’ambito del rapporto di lavoro subordinato, non può essere limitata al rifiuto di adempimento delle disposizioni dei superiori, ma implica necessariamente anche qualsiasi altro comportamento atto a pregiudicare l’esecuzione ed il corretto svolgimento di dette disposizioni nel quadro della organizzazione aziendale. Più in generale il lavoratore può chiedere giudizialmente l’accertamento della legittimità di un provvedimento datoriale che ritenga illegittimo, ma non lo autorizza a rifiutarsi aprioristicamente, e senza un eventuale avallo giudiziario (conseguibile anche in via d’urgenza), di eseguire la prestazione lavorativa richiesta, in quanto egli è tenuto ad osservare le disposizioni impartite dall’imprenditore, ex artt. 2086 e 2104 c.c., e può legittimamente invocare l’eccezione di inadempimento, ex art. 1460 c.c., solo nel caso in cui l’inadempimento del datore di lavoro sia totale. Tali principi trovano applicazione nel rapporto di pubblico impiego privatizzato, anche in ragione del rinvio operato dall’art. 2, co. 2, d.lgs. n. 165/01.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 9637 DEL 19 APRILE 2018
(Atto costitutivo di trust – Diritto del preponente di sostituire trustee e beneficiari – Patrimonio vincolato e sottratto alle esigenze dei creditori)
Soggetto a revocatoria ordinaria l’atto costitutivo di trust in favore dei figli se il preponente si riserva il diritto di sostituire il trustee e i beneficiari. Il conferimento dei beni a titolo gratuito, infatti, si presume effettuato solo per vincolare il patrimonio alle proprie esigenze e sottrarlo alla garanzia dei creditori.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, ORDINANZA N. 9635 DEL 19 APRILE 2018
(Separazione consensuale – Trasferimento alla moglie dell’immobile di proprietà dei coniugi – Bene ipotecato – Marito fideiussore della società – Azione revocatoria)
Deve essere accolta l’azione revocatoria proposta dai creditori contro l’atto di trasferimento immobiliare in favore del coniuge contenuto nel verbale di separazione consensuale laddove il giudice del merito ha dedotto legittimamente che quest’ultimo sia parte del consilium fraudis, dal momento che ha lavorato nella società amministrata dall’altro all’epoca del rilascio della fideiussione e deve ritenersi consapevole della complessiva situazione debitoria della società, così risalendosi da un insieme concatenato di circostanze note, precisamente individuate, al fatto ignoto oggetto della scientia damni.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 18061 DEL 23 APRILE 2018
(Non punibilità per particolare tenuità del fatto – Giudicato – Superamento – Successione delle leggi penali nel tempo – Particolare causa di non punibilità del reo)
Deve ritenersi che con la particolare tenuità del fatto ex articolo 131 bis c.p. il decreto legislativo 28/2015 non ha introdotto un’ipotesi di abolitio criminis, idonea a travolgere il giudicato in forza della disciplina sulla successione delle leggi penali nel tempo contenuta nell’articolo 2, secondo comma, c.p., ma soltanto una particolare causa di non punibilità del reo, come tale inquadrata a livello dogmatico, al pari, ad esempio, delle cause di estinzione del reato, che lascia inalterato l’illecito penale nella sua materialità storica e giuridica e che il legislatore rinuncia a punire, demandando al giudice una ponderazione rapportata al disvalore dell’azione, dell’evento e della colpevolezza, con lo scopo primario di espungere dal circuito penale fatti marginali che non mostrano bisogno di pena e neppure la necessità di impegnare i complessi meccanismi del processo.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. V, SENTENZA N. 18299 DEL 26 APRILE 2018
(Concordato a seguito di rinuncia ai motivi di appello – Effetto preclusivo – Sull’intero svolgimento processuale)
Gli articoli 599 bis e 602 comma 1 bis c.p.p. hanno previsto il concordato a seguito di rinuncia ai motivi di appello che ripropone, in sostanza, la situazione processuale e quindi l’applicabilità della vecchia giurisprudenza in tema di patteggiamento in appello secondo la quale il giudice d’appello nell’accogliere la richiesta avanzata a norma dell’articolo 599 c.p.p., comma 4, non era tenuto a motivare sul mancato proscioglimento dell’imputato per taluna delle cause previste dall’articolo 129 c.p.p., né sull’insussistenza di cause di nullità assoluta o di inutilizzabilità della prova, in quanto a causa dell’effetto devolutivo, una volta che l’imputato avesse rinunciato ai motivi d’impugnazione, la cognizione del giudice doveva limitarsi ai motivi non rinunciati, essendovi peraltro una radicale diversità tra l’istituto dell’applicazione della pena su richiesta delle parti e quello disciplinato dal citato articolo 599 c.p.p.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. IV, SENTENZA N. 18334 DEL 26 APRILE 2018
(Omicidio colposo – Medico primario – Morte del paziente – Affidato al medico sottoposto)
Deve essere assolto per non aver commesso il fatto il medico primario dopo la morte del paziente affidato alle cure del medico subalterno, dovendosi ritenere che quando il medico apicale abbia correttamente svolto i propri compiti di organizzazione, direzione, coordinamento e controllo e, ciononostante, si verifichi un evento infausto causato da un medico della propria struttura, di detto evento debba rispondere unicamente il medico, mentre ravvisare una responsabilità penale del medico in posizione apicale anche in questi casi significa accettare una ipotesi di responsabilità per posizione, in quanto non può pretendersi che il vertice di un reparto possa controllare costantemente tutte le attività che ivi vengono svolte, anche per la ragione, del tutto ovvia, che anch’egli svolge attività tecnico-professionale.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. II, SENTENZA N. 18228 DEL 26 APRILE 2018
(Pena – Sospensione condizionale – Soci illimitatamente responsabili della Sas – Fallita – Accertamento condizioni economiche)
L’accertamento preventivo del giudice di merito sulle condizioni economiche dell’imputato, pur non sostanziando una formale condicio sine qua non per l’accesso al beneficio, è comunque imprescindibile nell’ipotesi in cui dagli atti e dalle stesse deduzioni e/o produzioni documentali dell’interessato emerga una situazione di impossibilità o di rilevante difficoltà di adempimento.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. UNITE, SENTENZA N. 10266 DEL 27 APRILE 2018
(Giudizio di legittimità – Firme digitali – Formati Cades e Pades – Equivalenza)
Secondo il diritto dell’Unione europea e le norme, anche tecniche, di diritto interna, le firme digitali di tipo Cades e di tipo Pades, sono entrambe ammesse ed equivalenti, sia pure con le differenti estensioni «*.p7m» e «*.pdf», e devono, quindi, essere riconosciute valide ed efficaci, anche nel processo civile di cassazione, senza eccezione alcuna.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 10280 DEL 27 APRILE 2018
(Licenziamento individuale – Giusta causa – Pubblicazione messaggi diffamatori su Fb – Assenza nominativo responsabile – Identificabile il destinatario)
La diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l’uso della bacheca Facebook integra un’ipotesi di diffamazione, per la potenziale capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone, posto che il rapporto interpersonale, proprio per il mezzo utilizzato, assume un profilo allargato ad un gruppo indeterminato di aderenti al fine di una costante socializzazione. La condotta di postare un commento su Facebook realizza la pubblicizzazione e la diffusione di esso, per l’idoneità del mezzo utilizzato a determinare la circolazione del commento tra un gruppo di persone, comunque, apprezzabile per composizione numerica, con la conseguenza che, se, come nella specie, lo stesso è offensivo nei riguardi di persone facilmente individuabili, la relativa condotta integra gli estremi della diffamazione e come tale correttamente il contegno può essere valutato in termini di giusta causa del recesso, in quanto idoneo a recidere il vincolo fiduciario nel rapporto lavorativo.