Lettera informativa n. 70/17 del 11.05.2017 – NG 3-17
NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n. 3-2017
NOVEMBRE 2016 (II)
CASSAZIONE PENALE, SEZ. V, SENTENZA N. 48268 DEL 16 NOVEMBRE 2016
Atti persecutori – Stalking – Minacce via facebook
La sequenza di atti (consistenti nell’invio di numerosi messaggi anche facebook contenenti minacce di rendere note le immagini ritraenti la vittima intenta nel compimento di atti sessuali ovvero all’invio al nuovo partner della parte offesa di foto che la ritraggono mentre consuma un rapporto sessuale con l’ex fidanzato) si presenta pienamente e autonomamente idonea ad integrare l’elemento oggettivo della fattispecie di atti persecutori, ovvero una condotta reiterata di minaccia e molestia, produttiva di un grave e perdurante stato di ansia nella parte offesa.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – T, SENTENZA N. 23334 DEL 16 NOVEMBRE 2016
Avvocato che paga altri professionisti per la sua attività – IRAP
L’avvocato che eroga compensi, anche elevati, ad altri professionisti non paga l’Irap in caso di assenza di dipendenti veri e propri.
CASSAZIONE CIVILE, SEZIONI UNITE, SENTENZA N. 23397 DEL 17 NOVEMBRE 2016
Riscossione – Mediante ruolo – Opposizione – Termine perentorio – Termine breve
È di applicazione generale il principio secondo il quale la scadenza del termine perentorio stabilito per opporsi o impugnare un atto di riscossione mediante ruolo o comunque di riscossione coattiva produce soltanto l’effetto sostanziale della irretrattabilità del credito ma non determina anche l’effetto della cosiddetta “conversione” del termine di prescrizione breve eventualmente previsto in quello ordinario decennale, ai sensi dell’articolo 2953 Cc. Tale principio, pertanto, si applica con riguardo a tutti gli atti – comunque denominati – di riscossione mediante ruolo o comunque di riscossione coattiva di crediti degli enti previdenziali ovvero di crediti relativi ad entrate dello Stato, tributarie ed extratributarie, nonché di crediti delle Regioni, delle Province, dei Comuni e degli altri enti locali nonché delle sanzioni amministrative per la violazione di norme tributarie o amministrative e così via: ne consegue che, qualora per i relativi crediti sia prevista una prescrizione (sostanziale) più breve di quella ordinaria, la sola scadenza del termine concesso al debitore per proporre l’opposizione, non consente di fare applicazione dell’articolo 2953 Cc, tranne che in presenza di un titolo giudiziale divenuto definitivo. La scadenza del termine – pacificamente perentorio – per proporre opposizione a cartella di pagamento di cui all’articolo 24, comma 5, del decreto legislativo 46/1999, pur determinando la decadenza dalla possibilità di proporre impugnazione, produce soltanto l’effetto sostanziale della irretrattabilità del credito contributivo senza determinare anche l’effetto della cosiddetta “conversione” del termine di prescrizione breve (nella specie, quinquennale secondo l’articolo 3, commi 9 e 10, della legge 335/95) in quello ordinario (decennale), ai sensi dell’art. 2953 cod. civ. Tale ultima disposizione, infatti, si applica soltanto nelle ipotesi in cui intervenga un titolo giudiziale divenuto definitivo, mentre la suddetta cartella, avendo natura di atto amministrativo, è priva dell’attitudine ad acquistare efficacia di giudicato. Lo stesso vale per l’avviso di addebito dell’Inps, che dal primo gennaio 2011, ha sostituito la cartella di pagamento per i crediti di natura previdenziale di detto istituto (articolo 30 del decreto legge 78/2010, convertito dalla legge 122/10).
CASSAZIONE PENALE, SEZIONE VI, SENTENZA N. 48703 DEL 17 NOVEMBRE 2016
Maltrattamenti – Ricorso sistematico alla violenza – Finalità educative – Configurabilità dell’abuso di mezzi di correzione
Il reato di maltrattamenti viene integrato da una condotta oggettiva di abituali maltrattamenti, consistenti, in rimproveri anche per futili motivi, offese e minacce e violenze fisiche mentre l’intenzione dell’agente di agire esclusivamente per finalità educative e correttive non costituisce un elemento dirimente per far rientrare il sistematico ricorso ad atti di violenza commessi nei confronti di minori nella meno grave previsione di cui all’articolo 571 c.p. anziché in quella dell’articolo 572 c.p.: ne consegue che deve cassata con rinvio l’ordinanza con la quale il tribunale del riesame ha annullato la misura cautelare degli arresti domiciliari a carico della maestra della scuola dell’infanzia accusata di aver colpito ripetutamente un alunno con forti sculaccioni.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. II, SENTENZA N. 49335 DEL 21 NOVEMBRE 2016
Prove dichiarative – Dichiarazioni della parte lesa deceduta nelle more – Acquisite per sopravvenuta impossibilità di ripetizione – Riconoscimento fotografico
Deve essere annullata con rinvio la sentenza di merito laddove il pregiudizio arrecato alla difesa attraverso l’acquisizione di prove dichiarative ex art. 512 c.p.p. non è stato controbilanciato da elementi sufficienti ovvero da solide garanzie procedurali in grado di assicurare l’equità della procedura nel suo insieme, dovendosi ritenere che le circostanze riferite dalla parte lesa durante la fase delle indagini preliminari e acquisite per sopravvenuta impossibilità di ripetizione, perché la persona è deceduta nelle more, si pongono tutte in una fase processuale anticipata e – a prescindere dalla legittimità della loro acquisizione – risultano nel loro complesso sottratte alla dialettica delle parti, senza possibilità di riscontrarsi a vicenda.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 23760 DEL 22 NOVEMBRE 2016
Nullità del testamento – Litisconsorzio necessario
Nella causa per la nullità del testamento non sussiste la necessità di litisconsorzio necessario con tutti gli eredi ma solo con quello che ha acquisito il bene. Si tratta di una azione di riduzione.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 23886 DEL 23 NOVEMBRE 2016
Sanzioni disciplinari – Obbligo di separazione contabile – Dal patrimonio dell’associazione notarile – Anticipazioni di denaro ai clienti
Si giustifica la sanzione disciplinare inflitta ai notai componenti dell’associazione professionale per aver effettuato operazioni di deposito di somme di denaro, in violazione dell’obbligo di separazione contabile del patrimonio di detta associazione, per offrire alla clientela anticipazioni di somme di denaro, e quindi servizi non rientranti nel normale esercizio dell’attività notarile, laddove il ricorso al fido del conto notarile per far fronte alle esigenze dei clienti costituisca “trattamento privilegiato” prestato nei confronti della società cliente per fidelizzarla, cioè per indurla a richiedere le prestazioni allo studio, disposto a onerose anticipazioni di cassa, piuttosto che rivolgersi ad altri professionisti, sì da pregiudicare la concorrenza fra notai.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. TRIBUTARIA, SENTENZA N. 23804 DEL 23 NOVEMBRE 2016
Fatture per operazioni inesistenti – Bonifico bancario – Effettività dell’operazione
Il bonifico bancario non prova che l’operazione sia stata effettivamente realizzata e la veridicità della fattura: legittimo, pertanto, l’accertamento sull’emissione di fatture per operazioni inesistenti e che mette in evidenza il meccanismo della frode carosello.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 23889 DEL 23 NOVEMBRE 2016
Motivo di ricorso – Contenitore indistinto – Errores in procedendo ed errores in iudicando
La deduzione in un unico motivo, concretamente utilizzato come contenitore indistinto, di errores in procedendo ed errores in iudicando ovvero di violazione di legge e di carenza motivazionale, obbliga la Suprema corte di cassazione, per dare corpo e concretezza al non rispettato obbligo di specificità dei motivi, ad uno sforzo esegetico ed interpretativo indebito e contra legem, dovendosi ricordare che tale attività è imposta, quale onere indefettibile di ammissibilità del ricorso, al ricorrente e non può assolutamente essere richiesta, in via suppletoria alla Cassazione, né può essere da questa stessa affrontata poiché un tale modo di risoluzione della carenza del ricorso si porrebbe in aperta violazione dei principi costituzionali di terzietà del giudice, del legittimo contraddittorio e del giusto processo: ne consegue l’inammissibilità di un siffatto motivo di ricorso.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, SENTENZA N. 23890 DEL 23 NOVEMBRE 2016
Instaurazione del giudizio – Legittimazione – Rimozione di un manufatto dal cavedio dell’edificio – Delibera autorizzativa dell’assemblea
Deve essere annullata con rinvio la sentenza di appello che dichiara l’assenza di costituzione di un valido rapporto processuale in primo grado per mancanza di rappresentanza processuale in capo all’amministratore del condominio e la nullità della procura alle liti da costui rilasciata, dovendosi invece ritenere che l’azione proposta non abbia natura reale e dunque in quanto tale non rientri nel novero delle azioni proponibili direttamente dall’organo rappresentativo del condominio laddove il giudizio risulta instaurato per la rimozione di opere dal cavedio dell’edificio e quindi è diretto alla conservazione dei diritti inerenti alle parti comuni dell’edificio.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 50339 DEL 28 NOVEMBRE 2016
Confisca – Somma di denaro – Istanza di riesame – Contraddittorio delle parti – Camera di consiglio
La declaratoria di inammissibilità dell’istanza di riesame avverso il decreto di sequestro probatorio deve essere pronunciata non già “de plano” ma nel contraddittorio delle parti ex artt. 324, comma sesto, e 127, comma primo, c.p.p., ossia all’esito dell’udienza camerale partecipata, poiché l’art. 111 Cost. garantisce il contraddittorio nell’ambito di ogni procedimento penale principale o incidentale, sia di merito che di legittimità.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 24263 DEL 29 NOVEMBRE 2016
Procura alle liti – Principio di conservazione
L’atto di procura deve essere interpretato sulla base della intenzione del soggetto conferente; in via sussidiaria e in caso di dubbio deve ricorrersi al principio di conservazione degli effetti dell’atto, inteso nel senso di attribuire alla procura il significato che le consente di pervenire ad una pronunzia risolutiva della res controversa piuttosto che al rilievo di una preclusione di ordine processuale. Detto criterio sussidiario, già indicato dalle Sezioni unite, è oggi di rilievo costituzionale, quale concretizzazione del giusto processo di cui all’articolo 111 della Costituzione
CASSAZIONE CIVILE, SEZIONE VI – 1, ORDINANZA N. 24492, DEL 30 NOVEMBRE 2016
Difensore – Compenso – Decurtazione – Contraria al decoro della professione
Deve essere annullata con rinvio la sentenza di merito che ha riconosciuto l’attività svolta dal legale della procedura (con l’esistenza di almeno tre «fasi necessarie ma ha liquidato le spettanze in un importo che appare lesivo sia dei minimi stabiliti sia del canone del decoro della professione ex articolo 2233, comma 2, c.c., che preclude di liquidare, al netto degli esborsi, somme praticamente simboliche e dovendosi osservare che i compensi dei professionisti, quando sono riferiti a più fasi del giudizio, devono essere liquidati distinguendo ciascuna fase di esso, in modo da consentire la verifica della correttezza dei parametri utilizzati ed il rispetto delle relative tabelle.