Lettera informativa n. 140/16 del 25.10.2016 – NG 6-16
NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n. 6-2016
AGOSTO 2016
CASSAZIONE PENALE, SEZ. IV, SENTENZA N. 33649 DELL’1 AGOSTO 2016
(Guida sotto stupefacenti – Rifiuto di sottoporsi ad alcoltest – Raddoppio durata sospensione patente guida)
Al reato di rifiuto di sottoporsi all’accertamento per la verifica dello stato di ebbrezza, non si applica la previsione di cui all’art. 186, comma secondo, lett. c) cod. strada nella parte in cui dispone che la durata della sospensione della patente di guida è raddoppiata qualora il veicolo condotto dall’imputato appartenga a persona estranea al reato.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 16333 DEL 4 AGOSTO 2016
(Banca – Prelievi sospetti – Smarrimento della carta – Denuncia tardiva)
Ai fini della valutazione della responsabilità della banca per il caso di utilizzazione illecita da parte di terzi di carta bancomat, non può essere omessa, a fronte di un’esplicita richiesta della parte, la verifica dell’adozione da parte dell’istituto bancario delle misure idonee a garantire la sicurezza del servizio da eventuali manomissioni, nonostante l’intempestività della denuncia dell’avvenuta sottrazione da parte del cliente e le contrarie previsioni regolamentari; infatti, la diligenza posta a carico del professionista ha natura tecnica e deve valutarsi, tenendo conto dei rischi tipici della sfera professionale di riferimento, assumendo come parametro la figura dell’accorto banchiere.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 17243 DEL 22 AGOSTO 2016
(Licenziamento – Periodo di comporto – Superamento – Mancata ripresa del servizio)
Deve ritenersi che in tema di licenziamento per superamento del periodo di comporto per malattia del lavoratore, fermo restando il potere datoriale di recedere non appena terminato il periodo suddetto, e quindi anche prima del rientro del prestatore, nondimeno il datore di lavoro ha altresì la facoltà di attendere tale rientro per sperimentare in concreto se residuino o meno margini di riutilizzo del dipendente all’interno dell’assetto organizzativo, se del caso mutato, dell’azienda: ne consegue che soltanto a decorrere dal rientro in servizio del lavoratore, l’eventuale prolungata inerzia datoriale nel recedere dal rapporto può essere oggettivamente sintomatica della volontà di rinuncia del potere di licenziamento per giustificato motivo oggettivo e, quindi, ingenerare un corrispondente incolpevole affidamento da parte del dipendente, non potendosi parlare di rinuncia tacita al recesso per superamento del periodo di comporto in casi nei quali il presunto ritardo si colloca nel protrarsi dell’assenza dal lavoro e non successivamente alla ripresa del servizio.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. FERIALE, SENTENZA N. 35255 DEL 22 AGOSTO 2016
(Procedura di consegna – Verifica circa l’esclusione del pericolo di sottoposizione dell’interessato a trattamenti inumani e degradanti nel suo paese d’origine)
Il cittadino straniero non può essere consegnato all’autorità giudiziaria del paese d’origine che ne ha fatto richiesta tramite mandato di arresto europeo senza aver prima accertato di poter escludere il pericolo di sottoposizione dell’interessato a trattamenti inumani e degradanti, senza aver quindi prima verificato le condizioni di carcerazione cui sarà sottoposto una volta rimpatriato.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 17251 DEL 23 AGOSTO 2016
(Corte di appello – Sentenza emessa a definizione del reclamo – Ricorso per cassazione – Termine breve – Decorrenza – Comunicazione – Sentenza integrale)
In materia di ricorso per cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte di appello a definizione del reclamo, affinché possa decorrere il termine breve, non è sufficiente il mero avviso del deposito della sentenza, essendo invece necessario che la comunicazione si riferisca al contenuto integrale della decisione, di modo che la parte sia posta, dal momento della comunicazione, in grado di conoscere le ragioni sulle quali la pronuncia è fondata e di valutarne la correttezza.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 17291 DEL 24 AGOSTO 2016
(Conto corrente – Assistito da affidamento – Recesso per giusta causa)
In caso di recesso di una banca dal rapporto di credito a tempo determinato in presenza di una giusta causa tipizzata dalle parti del rapporto contrattuale, il giudice non deve limitarsi al riscontro obiettivo della sussistenza o meno dell’ipotesi tipica di giusta causa ma, alla stregua del principio per cui il contratto deve essere eseguito secondo buona fede, deve accertare che il recesso non sia esercitato con modalità impreviste ed arbitrarie: ne consegue che deve essere cassata con rinvio la sentenza di merito che ritiene sussistente la giusta causa non considerando che il correntista non ha mai superato il limite dell’affidamento concesso dall’istituto di credito, tenendo pertanto un comportamento corretto e rispettoso dell’accordo negoziale, e non disponendo una consulenza tecnica d’ufficio sulla sufficienza del patrimonio residuo all’esito degli atti di disposizione compiuti dal debitore principale e dai fideiussori, finendo dunque per affermare, senza alcuna effettiva motivazione, l’esistenza in atti della prova dell’insufficienza del patrimonio dei debitori.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 35425 DEL 24 AGOSTO 2016
(Tutela dei lavoratori – Individuazione del rischio senza prescrizione)
È prevista la condanna per il medico che, pur indicando nel documento valutazione rischi un pericolo per l’apparato muscolo scheletrico dei lavoratori, non provvede a una programmazione e a una sorveglianza sanitaria per prevenire il verificarsi di quello specifico rischio così come previsto dall’art. 25 del D.lgs. 81/2008.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, SENTENZA N. 17287 DEL 24 AGOSTO 2016
(Credito – Sindaci della società – Privilegio – Insinuazione al passivo – Associazione professionale)
La domanda di insinuazione al passivo fallimentare proposta da uno studio associato fa presumere l’esclusione della personalità del rapporto d’opera professionale da cui quel credito è derivato, e, dunque, l’insussistenza dei presupposti per il riconoscimento del privilegio ex articolo 2751 bis, n. 2, c.c., salvo che l’istante dimostri che il credito si riferisce ad una prestazione svolta personalmente dal professionista, in via esclusiva o prevalente, e sia di pertinenza dello stesso professionista, pur se formalmente richiesto dall’associazione. Ne consegue che deve essere cassata con rinvio la sentenza di merito che dopo aver riconosciuto in astratto la natura privilegiata del credito dei sindaci ne ha poi escluso l’applicabilità, ritenendo che non siano stati validamente acquisiti elementi in ordine alle reali dimensioni dell’associazione, dovendosi ritenere che il carattere normalmente personale dell’attività sindacale, non contrastato se non in termini generali e astratti da parte dell’organo concorsuale, rende evidentemente recessiva l’analisi del profilo dimensionale dell’associazione professionale.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 17304 DEL 24 AGOSTO 2016
(Licenziamento per giusta causa – Dirigente assunto tramite false dichiarazioni)
Con riferimento alla giusta causa di licenziamento, in caso di assunzione ottenuta nella P.A. tramite false dichiarazioni, il datore di lavoro deve solo provare la falsità delle attestazioni e delle dichiarazioni nella loro oggettività. Sul lavoratore grava invece l’onere di provare gli elementi che possono giustificare la falsa attestazione e la sua dipendenza da causa a lui non imputabile, di provare quindi che le false dichiarazioni siano frutto di un errore incolpevole. Con riferimento al procedimento disciplinare nel rapporto di pubblico impiego contrattualizzato, ai sensi dell’art. 55 bis comma 4, secondo e terzo periodo, d.lgs. n. 165/01, la data di prima acquisizione della notizia dell’infrazione – dalla quale decorre il termine entro cui deve concludersi, a pena di decadenza dall’azione disciplinare, il relativo procedimento – coincide con quella in cui la notizia è pervenuta all’ufficio per i procedimenti disciplinari o, se anteriore, con la data in cui la notizia medesima è pervenuta al responsabile della struttura in cui il dipendente lavora, restando irrilevante la conoscenza acquisita non dall’Ufficio in sé ma dai suoi componenti.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 17325 DEL 25 AGOSTO 2016
(Rito cd. Fornero – Fase sommaria – Opposizione – Ricorso e decreto di fissazione dell’udienza – Mancata notifica)
Deve ritenersi che la mancata notifica del ricorso disciplinato dall’articolo 1 comma 51 della legge 92/2012, pur tempestivamente depositato, corredato dal pedissequo decreto di fissazione di udienza, comporti l’improcedibilità dell’opposizione, senza che il giudice possa concedere la rimessione in termini, dovendosi ritenere che il rito cd. Fornero è stato disegnato con specifiche cadenze temporali e una corsia di trattazione preferenziale con il dichiarato fine, di interesse generale, di pervenire alla celere definizione di una situazione sostanziale di forte impatto economico e sociale, ed escludere che detta improcedibilità costituisca un ostacolo sproporzionato all’esercizio efficace del diritto ad una decisione sul merito, quando una decisione sul merito della pretesa vi sia già stata e si prospetti, secondo una prevedibile interpretazione della normativa processuale, la sua definitività in caso di mancata notifica del ricorso entro termini predeterminati e che di per sé non risultino eccessivamente ristretti.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, SENTENZA N. 17371 DEL 26 AGOSTO 2016
(Licenziamento – Giusta causa – Ritardo nel formalizzare la contestazione e nell’adottare il licenziamento – Vizio formale – Tutela risarcitoria)
Deve ritenersi nullo per tardività della contestazione il licenziamento inflitto al lavoratore dovendosi considerare ingiustificato, in relazione alla semplicità dell’indagine relativa, il rilevante lasso di tempo intercorso tra la segnalazione della condotta, da qualificarsi comunque tale da legittimare la ricorrenza in astratto di una causa giustificativa dell’intimato recesso e l’invio della contestazione e la successiva adozione del licenziamento, dovendosi osservare che tuttavia la conseguenza sanzionatoria è la tutela risarcitoria e non reintegratoria laddove la nullità del licenziamento scaturisce da un vizio formale e non dal difetto di un elemento costitutivo del provvedimento espulsivo.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 35525 DEL 26 AGOSTO 2016
(Sequestro preventivo – Conto corrente cointestato – Cointestatario escluso dalle indagini – Prova circa il fatto che il conto sia esclusivamente di suo utilizzo – Dissequestro)
Va dissequestrato il conto corrente cointestato se il cointestatario non indagato prova che quanto sequestrato sia tutto o in parte di sua esclusiva proprietà.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. V, SENTENZA N. 35567 DEL 26 AGOSTO 2016
(Ricorso – Presentazione tramite servizio postale privato – Fa fede la data della raccomandata)
In tema di modalità di presentazione dell’atto di impugnazione ai sensi dell’art. 583 c.p.p., ove l’impugnazione sia presentata a mezzo di servizio postale privato, la stessa si considera proposta nella data di spedizione della raccomandata, contenente l’atto di impugnazione; ne consegue che, ai fini della valutazione della tempestività dell’impugnazione, deve aversi riguardo solo alla data di spedizione della raccomandata e non a quella di materiale ritiro a domicilio della stessa da parte dell’agente postale privato.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 35576 DEL 29 AGOSTO 2016
(Difensore – Legittimo impedimento – Tempestivamente rappresentato e documentato – Rinvio del procedimento)
Nel giudizio abbreviato di appello, soggetto al rito camerale, il legittimo impedimento del difensore impone il rinvio del procedimento: ne consegue che se il difensore non compare senza addurre alcun legittimo impedimento, il procedimento è celebrato senza cha la mancata comparizione determini l’obbligo di provvedere ex articolo 97, comma 4, c.p.p., dovendosi invece ritenere che se il difensore non compare ma rappresenta e documenta tempestivamente il proprio impedimento a comparire, il giudice è tenuto, in presenza di tutte le condizioni di legge, a disporre in tal senso.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 35570 DEL 29 AGOSTO 2016
(Richiesta di condanna alla provvisionale – Avanzata per la prima volta in sede di appello dalla parte civile non appellante – Divieto di reformatio in peius – Obbligo del giudice di pronunciarsi)
Quando è stata pronunciata in primo grado una condanna generica al risarcimento del danno, non costituisce domanda nuova la richiesta di condanna al pagamento di una provvisionale effettuata per la prima volta in appello dalla parte civile non appellante, con la conseguenza che il giudice del gravame ha il dovere di pronunciarsi sulla domanda, utilizzando gli stessi criteri di giudizio previsti dall’articolo 539, comma secondo, c.p.p., per il giudice di prime cure, dovendosi escludere che il principio di cui all’articolo 597 c.p.p. abbia portata tale da estendersi alle statuizioni civili, trattandosi, di norma che ponendo un limite alla pretesa punitiva dello Stato non si applica all’istanza risarcitoria oggetto dell’azione civile, laddove l’azione civile, ancorché “inserita” nel processo penale è pur sempre soggetta ai principi del processo civile e, per così dire, non risente di quelli processual- penalistici quali il divieto di reformatio in pejus.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – T, ORDINANZA N. 17421 DEL 30 AGOSTO 2016
(Deducibilità delle spese di ristrutturazione dell’immobile in locazione)
Ai fini della detrazione dell’Iva sulle ristrutturazioni degli immobili, il contribuente può portare in detrazione l’imposta assolta sulle spese di ristrutturazione dell’immobile destinato all’esercizio dell’attività d’impresa anche se non ne è proprietario, ma conduttore o comodatario, essendo irrilevanti la disciplina civilistica e gli accordi intercorsi tra le parti.