Lettera informativa n. 116/18 del 30.08.2018 – NG 17-18
NEWSLETTER GIURISPRUDENZIALE n. 17-2018
MAGGIO 2018 (II)
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, ORDINANZA N. 11942 DEL 16 MAGGIO 2018
(Cancelleria – Notifica via Pec – Ricevuta di accettazione – Mancata consegna)
E’ valida la notifica effettuata dalla cancelleria via PEC laddove oltre alla ricevuta di accettazione c’è una ricevuta di mancata consegna per essere l’utente sconosciuto, dal momento che la mancata consegna attiene al rapporto fra il destinatario e il suo gestore di posta elettronica.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, ORDINANZA N. 11994 DEL 16 MAGGIO 2018
(Processo del lavoro – Mezzi istruttori in appello – Documenti esibiti in appello dopo la memoria di costituzione)
Il giudice d’appello nell’esercizio dei suoi poteri istruttori d’ufficio, in applicazione del precetto di cui all’articolo 437, comma 2, del codice di procedura civile, deve acquisire e valutare i documenti esibiti nel corso del giudizio dall’appellato, sia pure non in contestualità con il deposto della memoria di costituzione, allorquando detti documenti siano indispensabili in quanto di per sé idonei a decidere in maniera definitiva la questione controversa tra le parti sulla ammissibilità del gravame.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, ORDINANZA N. 11999 DEL 16 MAGGIO 2018
(Licenziamento individuale – Registrare telefonata tra superiore e colleghi – Lesione privacy)
E’ legittimo il licenziamento del lavoratore che lede la privacy di superiore e colleghi per aver registrato in modo occulto una telefonata e una riunione aziendale per dimostrare di essere mobbizzato.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, sentenza N. 12103 del 17 MAGGIO 2018
(Contributo unificato – Raddoppio – Presupposti)
Il contributo unificato raddoppia quando l’impugnazione è integralmente respinta, inammissibile o improcedibile anche se alcune singole censure possano dirsi parzialmente fondate. Il giudice del gravame valuta l’esito dell’impugnazione nel suo complesso.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. UNITE, sentenza N. 12477 del 21 MAGGIO 2018
(Assegno non trasferibile – Banca negoziatrice – Errore nell’identificazione del legittimo prenditore)
La banca negoziatrice chiamata a rispondere del danno derivato – per errore nell’identificazione del legittimo portatore del titolo – dal pagamento di assegno bancario, di traenza o circolare, munito di clausola di non trasferibilità a persona diversa dall’effettivo beneficiario, è ammessa a provare che l’inadempimento non le è imputabile, per aver essa assolto alla propria obbligazione con la diligenza richiesta dall’articolo 1176, secondo comma, c.c.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, sentenza N. 12518 del 21 MAGGIO 2018
(Responsabilità professionale – Notai – Atto di asservimento – Certificazione dell’inesistenza di precedenti atti)
Il notaio risarcisce il cliente se non rileva l’esistenza di altri atti di asservimento relativi al terreno da edificare. La certificazione relativa all’effettiva libertà dell’area, infatti, non è limitata all’autentica delle dichiarazioni di parte ma incide direttamente sulla possibilità di cedere la cubatura.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. III, SENTENZA N. 22458 DEL 21 MAGGIO 2018
(Provvedimento del gip – Restituzione atti al Pm – Archiviazione del procedimento – Particolare tenuità del fatto)
Non è abnorme, e quindi non è ricorribile per cassazione, il provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari, investito della richiesta di emissione di decreto penale di condanna, restituisca gli atti al pubblico ministero perché valuti la possibilità di chiedere l’archiviazione del procedimento per particolare tenuità del fatto, ex art. 131 bis c.p. Il ricorso proposto dal procuratore non è ammissibile perché è rivolto contro ordinanza non affetta da abnormità, né strutturale, né funzionale.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI – 3, ORDINANZA N. 12605 DEL 22 MAGGIO 2018
(Attestazione di conformità – Controricorso)
Ove il controricorso per cassazione sia notificato a mezzo posta elettronica certificata e sia versata in atti solo una copia analogica del controricorso e finanche una copia analogica del messaggio di posta elettronica con cui questo sarebbe stato notificato, ma prive dell’attestazione di conformità ai sensi dell’articolo 9, comma 1 bis, della legge 53/1994 e successive integrazioni, ai documenti informatici da cui sono tratte, non può dirsi sussistente la prova della ritualità e tempestività della notificazione e del deposito del controricorso stesso. In difetto di altri elementi da cui desumere univocamente tali circostanze, alla controricorrente che non abbia svolto alcuna altra attività difensiva nel giudizio di legittimità non possono essere riconosciute le spese.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. II, SENTENZA N. 23080 DEL 23 MAGGIO 2018
(Truffa contrattuale – Preliminare di vendita – Momento consumativo del reato)
Nel caso di un contratto preliminare, il reato di truffa, quand’anche il promissario acquirente abbia versato l’intero prezzo pattuito, si consuma nel momento in cui il raggirato abbia perso definitivamente il bene oggetto della truffa non potendo esercitare su di esso più alcuna azione giudiziale, essendo stato venduto dal promittente venditore ad un terzo in buona fede.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, sentenza N. 12964 del 24 MAGGIO 2018
(Professionista – Prestazione funzionale alla procedura – Prededucibilità)
I crediti sorti a seguito delle prestazioni rese in favore dell’imprenditore per la redazione della domanda di concordato preventivo e per la relativa assistenza rientrano fra quelli da soddisfarsi in prededuzione poiché questa norma individua un precetto di carattere generale, privo di restrizioni, che, per favorire il ricorso a forme di soluzione concordata della crisi d’impresa, introduce un’eccezione al principio della par condicio creditorum, estendendo in caso di fallimento la preducibilità a tutti i crediti sorti in funzione di precedenti procedure concorsuali, laddove la funzionalità è ravvisabile quando le prestazioni compiute dal terzo, per il momento e il modo con cui sono state assunte in un rapporto obbligatorio con il debitore, confluiscano nel disegno di risanamento da quest’ultimo predisposto in modo da rientrare in una complessiva causa economico-organizzativa almeno preparatoria di una procedura concorsuale, a meno che non ne risulti dimostrato il carattere sovrabbondante o superfluo rispetto all’iniziativa assunta.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, ORDINANZA N. 12977 DEL 24 MAGGIO 2018
(Conto corrente – Apertura di credito – Correntista – Azione di ripetizione dell’indebito)
Grava sulla banca, a fronte di un rapporto di conto corrente con apertura di credito, l’onere di allegare, ai fini dell’ammissibilità dell’eccezione di prescrizione – e poi di provare, ai fini della fondatezza dell’eccezione, – non solo il mero decorso dei tempo, ma anche l’ulteriore circostanza dell’avvenuto superamento, ad opera del cliente, del limite dell’affidamento, dovendosi ritenere che tale dato costituisca infatti il fondamento del fatto estintivo della pretesa azionata in giudizio dall’attore, dal momento che solo nelle operazioni extra-fido può ravvisarsi un’attività solutoria, con decorso della prescrizione dalla data del versamento, anziché dalla data di chiusura del conto.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, sentenza N. 13070 del 25 MAGGIO 2018
(Nullità non sanata – Interruzione della prescrizione)
L’atto di citazione interrompe la prescrizione quando ha raggiunto lo scopo benché la relativa notifica sia stata dichiarata nulla da una sentenza, laddove è oramai del tutto avulso dal sistema ritenere che una notifica nulla e non sanata, nell’assoluto silenzio letterale al riguardo degli articoli 2943 e 2945 c.c., possa, anche a distanza di anni, far cadere una interruzione di durata permanente.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, sentenza N. 13071 del 25 MAGGIO 2018
(Rilascio dell’immobile – Diffida – Mancato rilascio – Risarcimento del danno)
Il danno da mancato rilascio di un immobile concesso in comodato o locazione non può mai essere considerato in re ipsa. Spetta, infatti, al proprietario allegare e provare la lesione subita legata all’impossibilità di concederlo in locazione o venderlo. Il danno punitivo, pur ammissibile nel nostro ordinamento, trova il suo limite nel fatto che è necessaria una sua espressa previsione normativa.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. VI, ORDINANZA N. 13226 DEL 25 MAGGIO 2018
(Vacanza rovinata – Tour operator – Volo annullato – Rimborso biglietti – Vettore)
Il viaggiatore non verrà risarcito dal tour operator che funge semplicemente da intermediario tra il consumatore e il vettore per la vendita del biglietto se il volo è annullato.
CASSAZIONE PENALE, SEZ. V, SENTENZA N. 23659 DEL 25 MAGGIO 2018
(Divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa)
Laddove viene in rilievo non già la misura dell’allontanamento dalla casa familiare, ma quella del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa, a differenza di quanto stabilito dall’articolo 282 bis, comma 6, c.p.p., l’applicazione della misura disciplinata dall’articolo 282 ter c.p.p., in mancanza di un’espressa, analoga statuizione derogatoria, presuppone che per il reato per il quale si procede sia stabilita una pena detentiva massima nel limite di cui all’articolo 280 c.p.p., vale a dire di tre anni.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. UNITE, sentenza N. 13237 del 28 MAGGIO 2018
(Deontologia professionale – Procedimento disciplinare – Sanzione della sospensione)
L’articolo 22, comma 2, lettera b) del Codice deontologico Forense approvato dal Consiglio Nazionale Forense, ai sensi dell’articolo 65, comma 5, primo inciso della legge n. 247 del 2012, si deve interpretare nel senso che la sanzione della sospensione dall’esercizio della professione, da essa prevista per i casi più gravi di illeciti che di norma sono sanzionati con la censura, trova applicazione necessariamente nel minimo di due mesi, ancorché la norma non fissi espressamente una misura minima della sospensione.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. LAVORO, ORDINANZA N. 13266 DEL 28 MAGGIO 2018
(Controlli difensivi – Garanzie previste per i controlli a distanza)
La violazione della normativa dei controlli a distanza costituisce parte di quella complessa normativa diretta a limitare le manifestazioni del potere organizzativo e direttivo del datore di lavoro, che siano lesive, per le modalità di attuazione incidenti nella sfera della persona, della dignità e della riservatezza del lavoratore: sul presupposto del mantenimento della vigilanza sul lavoro, ancorché necessaria nell’organizzazione produttiva, in una dimensione umana, non esasperata dall’uso di tecnologie che possano renderla continua e anelastica, eliminando ogni zona di riservatezza e di autonomia nello svolgimento del lavoro, dovendosi ritenere che essa sia applicabile nelle garanzie procedimentali previste dall’articolo 4, secondo comma della 300/70 anche in presenza di controlli cd. difensivi, ossia diretti ad accertare comportamenti illeciti dei lavoratori, quando tali comportamenti riguardino l’esatto adempimento delle obbligazioni discendenti dal rapporto di lavoro e non la tutela dei beni estranei al rapporto stesso.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. I, ORDINANZA N. 13276 DEL 28 MAGGIO 2018
(Avvocato – Prestazioni giudiziali – Compenso)
In caso di riunione di più cause, la liquidazione di un compenso unico può aver luogo soltanto per l’attività difensiva prestata dal momento della riunione, mentre la maggiorazione, avente carattere discrezionale, spetta, come disposto dalla norma in esame, in via ulteriore e a condizione che l’avvocato assista e difenda una parte contro più parti quando la prestazione comporti l’esame di particolari situazioni di fatto o di diritto (nel caso in esame il giudice delegato non avrebbe potuto liquidare un compenso unico, ma, almeno per il periodo anteriore alla riunione dei giudizi di opposizione, avrebbe dovuto riconoscere tre distinti compensi, calcolati in base alle attività rispettivamente prestate; solo per il periodo successivo alla riunione avrebbe potuto essere liquidato un unico compenso, restando devoluta alla discrezionalità del giudice l’applicazione della maggiorazione del 20 per cento, da giustificarsi sulla base dei presupposti prescritti dalla tariffa).
CASSAZIONE PENALE, SEZ. VI, SENTENZA N. 24162 DEL 29 MAGGIO 2018
(Assistenza familiare – Mancato versamento mantenimento – Figli maggiorenni non autosufficienti)
Pur se i figli sono maggiorenni ma non autosufficienti, l’onerato è responsabile penalmente in caso di mancato versamento del mantenimento e non serve la prova della mancanza dei mezzi di sussistenza.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. II, ORDINANZA N. 13576 DEL 30 MAGGIO 2018
(Ingegnere – Dipendente di un’impresa – Compenso per l’attività professionale extra)
L’ingegnere ha diritto al compenso per l’attività professionale se è incaricato di svolgere mansioni diverse da quelle proprie da dipendente dell’impresa. La direzione lavori effettuata in due cantieri edili non può essere fatta rientrare nell’attività ordinaria di progettazione e calcolo.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. TRIBUTARIA, ORDINANZA N. 13638 DEL 30 MAGGIO 2018
(Compensazione – Associazione professionale – Debiti tributari e previdenziali)
Deve ritenersi illegittima la compensazione fiscale effettuata dall’associazione professionale di propri debiti tributari e previdenziali con i crediti d’imposta degli associati rivenienti da ritenute d’acconto sui compensi corrisposti dai clienti, dovendosi ritenere che il presupposto sia la spettanza del credito in capo allo stesso contribuente e non di altri soggetti d’imposta.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. III, sentenza N. 13777 del 31 MAGGIO 2018
(Avvocato – Mancato rilevamento di un errore – Uso dell’ordinaria diligenza – Condotta esigibile)
Deve ritenersi responsabile l’avvocato che nel difendere il cliente non rileva un errore e dunque non lo segnala all’autorità deputata a correggerlo laddove detta condotta risulta esigibile con l’uso dell’ordinaria diligenza, con l’avvertenza che il professionista “medio” di cui all’articolo 1176, comma secondo, Cc (vale a dire la figura ideale che costituisce il parametro di valutazione della condotta che si assume colposa) non corrisponde ad un professionista “mediocre”, ma ad un professionista “bravo”, ovvero sufficientemente preparato, zelante e solerte.
CASSAZIONE CIVILE, SEZ. TRIBUTARIA, ORDINANZA N. 13897 DEL 31 MAGGIO 2018
(Rimborso IVA – Diniego – Decadenza – Sopravvenienza di Sentenza della Corte di giustizia europea nella causa C-228/05 – Telefoni cellulari aziendali)
Devono ritenersi integralmente detraibili dall’Iva da parte della società datrice di lavoro le spese di acquisto e manutenzione dei telefoni cellulari aziendali dati in uso ai dipendenti dopo la sentenza della Corte di giustizia europea pronunciata nella causa C-228/05 laddove, diversamente argomentando, si reintrodurrebbe surrettiziamente quel limite alla detraibilità dell’Iva esistente nella legislazione italiana e che la giurisprudenza della Corte Ue ha inteso rimuovere.